In Italia il tema della ricarica elettrica in condominio è diventato sempre più centrale: nel 2025 i punti di ricarica pubblici hanno superato quota 65.000 e oltre il 90% delle ricariche continua ad avvenire in ambito privato, tra abitazioni singole e condomini.
Proprio per questo, capire come funziona la ricarica elettrica in condominio, a chi bisogna chiedere e quali vantaggi fiscali si possono ottenere, è fondamentale. Ne parliamo in questo articolo.
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Indice:
- Ricarica elettrica in condominio: come farne richiesta
- Ricarica elettrica in condominio: chi può usufruirne?
- Ricarica auto elettrica in condominio: il bonus
- Ricarica elettrica in condominio: come farne richiesta
Innanzitutto, è necessario dire che per gli edifici di nuova costruzione o oggetto di ristrutturazioni rilevanti è obbligatoria la predisposizione alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, come previsto dal Dlgs 257/2016 e integrato dal Dlgs. 48/2020.
Dal 1° novembre 2024 è inoltre entrata in vigore la IX edizione della Norma CEI 64-8, che introduce prescrizioni tecniche aggiornate: in particolare, la Sezione 722 stabilisce requisiti più stringenti in materia di sicurezza degli impianti, interoperabilità e protezione contro le sovratensioni.
Quindi, se la residenza condominiale fa parte dei casi evidenziati dalla normativa, la predisposizione alle infrastrutture di ricarica dovrebbe già essere presente.
Se invece l’edificio non rientra tra quelli obbligati, il singolo condomino ha comunque il diritto di richiedere l’installazione di un punto di ricarica nel proprio box o posto auto, presentando una comunicazione scritta all’amministratore. L’assemblea condominiale ha 3 mesi di tempo per deliberare; trascorso questo termine, in assenza di diniego motivato, il condomino può procedere a proprie spese.
- Ricarica elettrica in condominio: chi può usufruirne?
La guida Motus-E & ANACI 2024 e la normativa vigente chiariscono che l’installazione delle infrastrutture di ricarica in condominio deve essere approvata dall’assemblea con le maggioranze previste dall’articolo 1136, comma 2, del Codice Civile (art. 17-quinquies del Dl. 83/2012).
Se l’assemblea delibera, l’impianto diventa un bene comune e i costi di acquisto e installazione (incluse eventuali opere edili) sono a carico di tutti i condomini. In caso contrario, se entro tre mesi dalla richiesta scritta non viene presa una decisione o l’assemblea respinge senza giustificato motivo, i singoli condomini interessati possono procedere autonomamente, a proprie spese. In questo caso, i punti di ricarica restano di loro proprietà, ma gli altri condomini possono aderire in seguito, contribuendo alle spese sostenute e agli oneri di manutenzione.
È inoltre obbligatorio che l’impianto sia corredato da Dichiarazione di Conformità (Di.Co.), rilasciata dall’installatore abilitato. La normativa non disciplina in modo dettagliato la ripartizione dei costi di utilizzo: per questo, è opportuno che sia regolata da accordi interni o dal regolamento condominiale.
Infine, il condominio può anche decidere di affidare a terzi il servizio di ricarica, beneficiando delle agevolazioni previste per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (articolo 1, comma 4, legge 449/1997).
- Ricarica auto elettrica in condominio: il bonus
Oggi è possibile usufruire del “Bonus colonnine domestiche e condominiali”, rifinanziato con fondi PNRR 2024-2025, che copre fino all’80% delle spese per acquisto e installazione di infrastrutture di ricarica non accessibili al pubblico, con un tetto massimo di 1.500 € per singola colonnina.
Per accedere all’agevolazione, le infrastrutture di ricarica devono essere dotate di uno o più punti di ricarica di potenza standard non accessibili al pubblico. Ciò significa che sono agevolate le stazioni di ricarica poste a servizio di condomini o delle singole abitazioni, l’importante è che siano ad uso esclusivo dei condomini, che le acquistano in ragione della propria quota e che, sempre pro-quota, potranno detrarre parte dell’importo agevolato.
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Oltre alle classiche wallbox private, è infatti attiva fino al 2027 la sperimentazione ARERA (Delibera 541/2020) che permette di ricaricare con potenze fino a 6 kW senza costi aggiuntivi nelle ore notturne e nei weekend, rendendo la ricarica domestica ancora più conveniente.
L’elettrico non è più una promessa futura: è una realtà che si consolida ogni giorno, con più infrastrutture, più incentivi e tecnologie sempre più efficienti: l’ultimo report sull’infrastruttura di ricarica pubblica conferma che si stanno facendo grandi passi avanti con la tecnologia, così come per le batterie per auto elettriche.
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