All'interno delle imprese è sempre più frequente fornire dei benefit ai collaboratori, previsti magari anche da un programma di welfare aziendale. Il fringe benefit, o vantaggio accessorio in italiano, è assimilabile a una forma di retribuzione alternativa al reddito prevista dall’articolo 2099, comma 3, del codice civile. In pratica, in busta paga possono figurare anche voci alternativa al compenso stabilito con il proprio datore di lavoro, che dipendono appunto dai fringe benefit. Un esempio tipico è proprio il fringe benefit per le auto aziendali. La tassa sulle auto aziendali, però, è in aumento. Vediamo cosa cambia nel fleet management per il 2021.
Indice:
- Fringe benefit auto aziendali: cos'è e come funziona
- Tassa auto aziendali: cosa cambia nel 2021
- Auto elettriche per abbattere la tassa auto aziendali
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Fringe benefit auto aziendali: cos’è e come funziona
Il fringe benefit è una voce addizionale alla retribuzione del dipendente, corrisposta dall’azienda sotto forma di bene o servizio. In pratica, fanno parte dei benefici accessori o fringe benefit alcuni beni, come l’auto aziendale, a prescindere dal fatto che questa venga utilizzata nell'ambito dell'attività lavorativa.
Tale fringe benefit genera un cosiddetto “reddito in natura” e, anche se questo deve figurare in busta paga, si tratta di una voce di costo neutra che non ha effetti sulla retribuzione netta e che viene inserita solamente per incrementare l’imponibile contributivo e fiscale, su cui dipendente e azienda pagano i contributi e le ritenute IRPEF.
In pratica, il fringe benefit in riferimento all’auto aziendale attesta che il veicolo è concesso in uso promiscuo ai propri collaboratori. Per uso promiscuo si intende un'auto messa a disposizione anche per uso privato, in qualsiasi giorno dell’anno, che quindi non rimane presso la sede del datore di lavoro.
Tassa auto aziendali: cosa cambia nel 2021
Come riporta anche lo Smart Mobility Report pubblicato da Energy&Strategy a ottobre 2020, la tassazione delle auto aziendali concesse ai dipendenti ha subìto una modifica a partire da luglio 2020, in attuazione dell'art. 1 comma 632 della Legge di Bilancio 2020, con cui è stato modificato l'art. 51 del TUIR. E la questione riguarda esclusivamente i veicoli di nuova immatricolazione assegnati ai lavoratori proprio a partire da quella data: per chi usa un mezzo assegnatogli prima, nulla cambia rispetto al regime di tassazione già consolidato.
Come si calcola il fringe benefit
La voce di costo del fringe benefit relativo alle auto aziendali ad uso promiscuo si calcola moltiplicando:
- il costo chilometrico della specifica autovettura ottenuto dalle tabelle ACI (aggiornate annualmente);
- una percorrenza annua convenzionale di 15.000 km/anno;
- una percentuale che, prima di luglio 2020, era pari a 30% per tutte le autovetture, e che, a partire dal 1 gennaio 2021, è definita in funzione delle emissioni specifiche di CO2 dell’autovettura:
- 25% per le auto con emissioni comprese tra 0 e 60 gCO2/km,
- 30% per le auto con emissioni comprese tra 61 e 160 gCO22/km,
- 50% per le auto con emissioni comprese tra 161 e 190 gCO2/km,
- 60% per le auto con emissioni superiori a 190 gCO2/km.
Auto elettriche per abbattere la tassa auto aziendali
Come riportato nella tabella precedente, la tassazione del fringe benefit per le auto aziendali aumenta a seconda delle emissioni di CO2 del veicolo. Quali soluzioni adottare per diminuire la tassazione? Ad esempio, si può modificare la propria car list e integrare le auto ibride o elettriche, la cui tecnologia permette di abbattere drasticamente le emissioni di CO2.
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