36 ore all’insegna della passione, per le auto dei quattro anelli e per lo sport: i Days of Performance di Madonna di Campiglio del 22 e 23 dicembre scorsi sono la massima espressione del divertimento garantito dalle Audi driving experience invernali. Il giornalista motociclistico Lorenzo Schiappadini ha vissuto questa esperienza per noi al volante di Audi RS e-tron GT (ma non solo) e ci racconta ogni emozione.
"Quando ad attenderti sono due giorni dal programma così appassionante, la sveglia all’alba non è un peso. Sono le 7.00 del 22 dicembre e sono già in macchina in direzione Verona, da dove prenderanno ufficialmente il via i miei due “Days of Performance”, denominazione scelta per questa edizione delle tradizionali Audi driving experience invernali. Un nome quanto mai a fuoco, visto che l’esperienza prende il via con l’ingresso nell’abitacolo di una Audi RS e-tron GT da 646 CV e 830Nm, la punta di diamante della gamma elettrificata di Ingolstadt. Per quanto esaltanti, tuttavia, non sono le sole prestazioni che avrò modo di testare e osservare nelle prossime ore: sul navigatore della RS è già impostata la destinazione, Madonna di Campiglio, dove questa sera andrà in scena il classico slalom notturno della Coppa del Mondo di sci sulla mitica 3Tre. E si dà il caso che nella experience sia incluso il pass per assistere alla competizione da una posizione privilegiata.
Audi RS e-tron GT: comfort e velocità
Possente ed elegante, l’Audi RS e-tron GT mi accoglie con il riconoscibile design interno delle Audi di ultima generazione, declinato secondo il significato più puro di Gran Turismo. Ogni elemento combina comfort e sportività, dai sontuosi sedili contenitivi, alla plancia in fibra di carbonio e pelle. A cambiare rispetto alla tradizione è l’assenza di una leva del cambio, automatico o manuale che sia: bastano tre tasti sulla consolle centrale per decidere se e in quale direzione l’auto debba muoversi.
Il che, sulle prime, rende sorprendente la presenza di due paddle dietro al volante, del tutto identici a quelli che solitamente si utilizzano per cambiare il rapporto. Qui, invece, servono per regolare il livello della frenata rigenerativa: scenografici, certo, ma forse non del tutto necessari. Mentre i primi chilometri scorrono sotto le ruote, tra statali e autostrada, a colpirmi è innanzitutto l’ultima cosa che avrei pensato di valutare positivamente su un’auto elettrica: la firma sonora dell’Audi RS e-tron GT. All’esterno è udibile solo alle basse velocità, così da aumentare la sicurezza per i pedoni, e dà l’idea di una navicella spaziale in fase di attracco su un pianeta artificiale. All’interno, specialmente in modalità dynamic, non è solo piacevole, ma persino coinvolgente, arricchendo l’esperienza di guida di una dimensione che, di solito, viene completamente a mancare sui veicoli elettrici. È come un ululato sintetico in arrivo dal futuro, che cambia tono e intensità a seconda della velocità e del carico a cui sono sottoposti i motori.
È però l’intera dinamica di guida a rendere la e-tron un mezzo speciale su cui viaggiare. Confortevole e quasi asettica quando si tratta di accumulare chilometri su una noiosa autostrada, sa come divenire gustosa ed emozionante quando ci si vuole divertire. Anzi, letteralmente esilarante se si tratta di accelerazioni da fermo – lo 0-100km/h viene coperto in 3,3 secondi – o in uscita dai tornanti, frangenti in cui persino i pensieri vengono schiacciati sul retro della testa. Allo stesso tempo, una volta prese le misure alle prestazioni e alle dimensioni, anche tra le curve dimostra di avere numerose frecce al suo arco. In particolare una trazione fenomenale e un senso di stabilità e appoggio da vera supercar. Persino i freni, grazie all’immane impianto carboceramico, non lasciano mai spazio a incertezze o appunti, il che è tutt’altro che scontato per un’auto da 2.400kg. Un dato, quest’ultimo, che si riflette sull’agilità, ma non in maniera così diretta: a sensazione, senza conoscere il numero riportato nella scheda tecnica, l’Audi RS e-tron GT dimostra tre o quattro quintali in meno. In ogni caso, tra peso e potenza esorbitante, e specie sugli asfalti invernali, meglio mantenere sempre un discreto livello di concentrazione se ci si vuole divertire al 100%.
Amatori e professionisti dello sci
Il viaggio sull’Audi RS e-tron GT non mi ha stancato minimamente, il che è un’ottima notizia anche per il prosieguo di giornata. Da amante dello sci quale sono, infatti, approfitto volentieri del tour del comprensorio di Madonna di Campiglio organizzato per il pomeriggio. Giusto il tempo di effettuare il check-in nel magnifico albergo che ospita me e gli altri partecipanti all’experience, pranzare con un grande classico dei piatti unici alpini, stinco al forno e polenta, e infilare gli scarponi.
Due ore e mezza filate di sci scorrono senza intoppi e senza mai ripetere la stessa pista due volte, sino al momento di rientrare in albergo e prepararsi a vedere da vicino “quelli veri”, i professionisti della Coppa del Mondo. Non mi era mai capitato di vedere dal vivo una competizione sciistica ai massimi livelli, e non avrei potuto chiedere di meglio dello slalom serale sulla leggendaria 3Tre. La temperatura scende, ma a scaldare gli animi ci pensano i tifosi, specie gli appassionatissimi austriaci sugli spalti, che paiono spingere i propri idoli con la forza di trombe e campanacci. Il tutto mentre resto allibito dalle gesta degli atleti, dalla potenza con cui cambiano direzione e dalla precisione con cui affrontano ogni singolo palo. Se ne avete l’occasione, andate a una gara di Coppa del Mondo: è un’esperienza che cambierà il modo in cui vedete lo sci.
Neve e ghiaccio
Con lo spettacolo dello slalom ancora negli occhi, rientro all’Hotel Diana per scaldarmi con la cena (sensazionale), accompagnata da chiacchiere, confronti di vedute e risate con altri appassionati di auto come il sottoscritto. Tutti però evitiamo di dilungarci troppo, visto che il programma di domani non sarà meno denso di quello odierno.
Giusto per scaldarsi, il primo punto all’ordine del secondo giorno è un giro nel “natural parkour” con una Audi Q7. Si tratta di un percorso completamente innevato, con ripide salite, tratti in contropendenza e forti discese, da gestire interamente con la trazione integrale quattro e delle normali gomme termiche. In teoria sembra la ricetta perfetta per affondare un SUV; in pratica, soprattutto grazie alle dritte dell’istruttore di guida seduto accanto a me, diviene un gioco tanto divertente, quanto istruttivo.
Dopodiché è la volta di un test drive di un’Audi della gamma RS a scelta. Opto per la mastodontica e iperaggressiva Audi RS Q8, l’unica RS che ancora non avevo mai avuto modo di guidare. L’ambiente interno è lussuoso e a dir poco spazioso, paragonabile a quello di una RS 6, solo spostato di un metro più in alto. La temperatura è ancora intorno allo zero e, con il ghiaccio formatosi sull’asfalto durante la notte, non è certo il caso di forzare in cerca delle qualità dinamiche della vettura durante un veloce giro di prova. Una cosa però appare chiara già dopo un paio di affondi più decisi sul pedale destro: non importa in quale cofano sia installato, il V8 TFSI biturbo da quattro litri, con i suoi 600cv e 800Nm, è sempre in grado di fare magie. Docile e trattabile alle andature rilassate, diviene brutale ed entusiasmante quando si spinge. In una parola, infinito.
16 zampe motrici
Dalla trazione quattro, in men che non si dica passiamo a una diversa forza propulsiva. Quella chiassosa, diligente e affettuosa dei cani da slitta. È l’ultima attività prevista per questi due giorni di Audi driving experience, ma assieme alla Coppa del Mondo di sci di ieri sera, è la mia seconda prima volta nell’arco di poche ore. E onestamente, dopo che in vita mia ho guidato qualsiasi cosa abbia un motore – dalle moto d’acqua a quelle da pista di classe Superbike, dai furgoni diesel alle supercar elettriche da oltre 600cv come l’Audi RS e-tron GT – sono un po’ preoccupato. Saprò gestire le 16 zampe motrici di questa slitta?
Un dubbio inutile, perché in realtà è la muta che mi traina a fare quasi tutto il lavoro, sopperendo alle mie ovvie mancanze. A me non resta che godermi il giro osservando il paesaggio, premendo all’occorrenza il freno sulla neve, per rallentare l’entusiasmo dei miei quattro nuovi amici là davanti.
Salutati loro, i padroni e i compagni di avventura di questi due Days of Performance, torno sulla RS e-tron GT per il rientro in totale relax verso Verona. L’esemplare a me assegnato è stato caricato ieri sera, così come tutti gli altri della carovana elettrificata di questa experience: di certo, il fatto che bastino 20 minuti per rifornire dell’80% di energia il pacco batterie, ha agevolato non poco l’organizzazione di queste appassionanti 36 ore.